LE FIGLIE DI ICARO
Da Raymonde De la Roche a Samantha Cristoforetti
da Amelia Earhart a Bessie Coleman
da Rosina Ferrario a Aloisa Guarini Matteucci
Acrobata, trasvolatrice, pilota militare e astronauta:
un volo lungo più d’un secolo attraverso i volti e le storie di cinquanta aviatrici tra pionierismo, guerra e contemporaneità
A cura di Mauro Antonellini e Giulia Garuffi
Palazzo Cassa di Risparmio della Fondazione del Monte
Piazza Baracca, 24 Lugo (RA)
Inaugurazione: venerdì 16 maggio ore 18
I primi anni del 1900 videro la nascita delle più importanti invenzioni tecnologiche che ancora caratterizzano la nostra epoca, come gli strumenti di comunicazione, la fotografia e i mezzi di locomozione tra i quali primeggia l’aeroplano. Lo stesso Francesco Baracca iniziò a volare nel 1912, motivo per cui è considerato a pieno titolo “pioniere dell’aviazione”. In tutta Europa erano gli anni delle grandi manifestazioni aeree e in questo clima Baracca, anche se militare, era inserito.
A quell’epoca aviatori militari e aviatori civili si frequentavano e spesso si trovavano negli stessi ambienti. Gli spettacoli aerei attiravano migliaia di persone che vedevano nell’aereo il massimo dell’espressione tecnologica e la fiducia nel futuro. Infatti in arte il “Futurismo” aveva come caratteristica la rappresentazione della velocità e del movimento.
Erano gli anni della Belle Epoque che segnarono anche l’inizio dell’emancipazione femminile che, in quegli anni estremamente all’avanguardia, coinvolse pure l’ambiente dell’aviazione.
Nel periodo che va dall’inizio degli anni Venti fino a tutti gli anni Trenta fu significativa la presenza delle donne che, sempre più numerose, furono tra le protagoniste di record e trasvolate. Le figlie di Icaro. Un nome a tutti noto è quello dell’americana Amelia Earhart che compì imprese memorabili, concludendo il suo ultimo volo nell’oceano Pacifico dove scomparve senza lasciare traccia.
Le donne, nonostante in numero esiguo in un ambiente prevalentemente maschile, si inserirono a pieno titolo. Da ricordare la prima donna aviatrice, la francese Raymonde de Laroche, che già nel 1910 partecipò alla settimana di aviazione a Heliopolis in Egitto. Le aviatrici, infatti, partecipavano con i loro colleghi a competizioni sportive di ogni specialità, dimostrandosi all’altezza delle imprese.
Già nel 1910 Pierre Lafitte, editore della rivista femminile “Femina”, istituì la “Coupe Femina” alla quale fu assegnato un premio di 2000 franchi per valorizzare le donne pilota. La prima e principale protagonista di questa iniziativa fu la belga Hélène Dutrieu che alla prima vittoria fu portata in trionfo sulle spalle degli spettatori.
Dopo l’esperienza della “Coupe Femina”, che si concluse con l’inizio della Grande Guerra, nell’agosto del 1929 un piccolo gruppo di aviatrici si trovarono al Women’s Air Derby che si svolgeva a Cleveland (Ohio) per sostenere il progresso delle donne in aviazione. Su suggerimento di Amelia Earhart il nome dell’organizzazione fu preso dal numero delle fondatrici “The 99s -The Ninety-Nines”, sodalizio ai nostri giorni ancora attivo.
Durante il secondo conflitto mondiale le donne parteciparono allo sforzo bellico dei loro paesi.
Le inglesi della RAF e le americane, attraverso Women Airforce Service Pilots (WASP), furono impiegate nell’addestramento di nuovi piloti, nel collaudo degli aerei da consegnare ai reparti e nel trasferimento di aerei militari sui diversi fronti. Le russe, su iniziativa di Marina Raskova formarono un reparto da bombardamento notturno composto di sole donne. Eseguivano operazioni al pari dei loro colleghi ed erano molto temute dagli avversari, tanto da essere chiamate le “Streghe della notte”.
L’esposizione narra la storia di oltre cinquanta aviatrici di tutto il mondo, le più rappresentative per epoca, nazionalità, e caratteristiche. A partire dalle pioniere si elencano le trasvolatrici, le acrobate, le militari e infine le astronaute. Un focus particolare è posto sulle italiane il cui numero fu estremamente modesto in rapporto agli altri paesi, a causa probabilmente della più lenta emancipazione della donna in Italia. Ci sono però donne eccezionali: un esempio per tutte è Fiorenza De Bernardi nata nel 1928, figlia del famoso aviatore Mario De Bernardi, compagno di volo di Francesco Baracca, vincitore della Coppa Schneider del 1926. Fiorenza superando la diffidenza di un ambiente non favorevole alla presenza femminile seppe dare prova di carattere e capacità. Fu la prima donna italiana a diventare pilota commerciale, un esempio per molte altre che intrapresero la stessa professione.
La mostra resterà aperta dal 16 maggio al 22 giugno 2025.
Sarà visitabile nei seguenti orari e giornate:
– giovedì e venerdì: dalle 15,30 alle 18,30
– sabato e domenica: dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 15,30 alle 18,30
Ingresso gratuito.
Per info: museobaracca@comune.lugo.ra.it / 0545299105